L’anti-aging e  il diaframma: il muscolo più importante del corpo

“Sollevando il cuore e alimentando il fuoco della digestione e del metabolismo, il muscolo del diaframma svolge il ruolo, scarsamente apprezzato, di mantenerci in condizioni di salute, vitalità e benessere.”

Mantak Chia

 

“L’uomo non può pensare se non respira.
Se la sua respirazione è troppo debole, non si dovrà ritenere
responsabile il cielo che, notte e giorno anima il soffio.
La debolezza del soffio viene dal fatto che l’uomo ostruisce
 le aperture per le quali passa.”

Zuang-zi.

L’ANTI-AGING E IL DIAFRAMMA

Anti-aging nella medicina tradizionale cinese è un concetto olistico che prende in considerazione il mantenimento della salute di tutto il corpo. La bellezza del viso, come le foglie dell’albero, rispecchia lo stato interno dell’organismo, e quindi delle radici. Non basta nutrirsi bene per stare bene, bisogna avere gli organi della digestione ben funzionanti per poter estrarre le sostanze nutrienti. Come non basta respirare l’aria fresca, è necessario che l’apparato respiratorio riesca ad assimilare l’ossigeno e diffonderlo in tutto il corpo. La parte importante nell’atto respiratorio è svolta dal diaframma. Il suo malfunzionamento altera la respirazione, la digestione, il movimento dei liquidi e del sangue, lo stato psichico (che può suscitare stati di ansia e depressione), il sonno e tanti altri processi vitali per il corpo. Per prevenire l’invecchiamento precoce è necessario prestare attenzione al diaframma.

Se ci venisse posta la domanda “Qual è il muscolo più importante del corpo?” sicuramente anche i bambini risponderebbero “il Cuore”. Senza il cuore il corpo non può vivere, ma in realtà c’è un altro muscolo del nostro corpo senza quale non potrebbe sopravvivere né il nostro corpo, né il cuore. Quale? E’ IL DIAFRAMMA.

La scorsa estate trovai una raccolta di riviste sovietiche degli anni ’70 chiamate “ZDOROVIE”, che significa “SALUTE”. Rimasi sorpresa dall’attualità degli articoli che ho letto. Perciò, ho deciso di condividere con voi queste preziosissime informazioni. Uno di questi articoli è dedicato al diaframma, scritto dalla fisiologa G.B. Tananova, intitolato: “Instancabile massaggiatore”

rivista vecchia diaframma
diaframma schema rivista

INSTANCABILE MASSAGGIATORE

Un’ampia placca a forma di cupola, tendinea al centro e muscolosa ai bordi: così è il diaframma umano. Divide il nostro corpo in due cavità separate: torace e addome. La comunicazione tra loro avviene attraverso i nervi, l’esofago e i vasi sanguigni e linfatici che penetrano nel diaframma. Quasi tutti i vasi attraversano il diaframma nella sua parte muscolare. Tutti tranne uno: il più grande vaso venoso, la vena cava inferiore, passa attraverso i tendini del diaframma. Questa non è una casualità, ma una delle soluzioni costruttive della natura, che ha un certo significato fisiologico.

La vena cava inferiore ha pareti molto sottili e pieghevoli, e se la vena passasse attraverso la sezione muscolare, le sue pareti sarebbero costantemente compresse durante la contrazione del diaframma. In questo modo, invece, le pareti dei vasi non solo non vengono compresse dalla muscolatura in movimento, ma al contrario vengono allungate, dato che, contraendosi, i muscoli, per così dire, tirano verso di sé il centro del tendine. In quel momento, la pressione nella cavità toracica diminuisce e il sangue viene aspirato al cuore. Questo è uno dei meccanismi che assicurano il movimento del sangue nelle vene.

I muscoli del diaframma non intimoriscono l’aorta, la quale ha le pareti spesse ed elastiche. Inoltre, aiutano anche a regolare l’uniformità del flusso sanguigno attraverso i vasi arteriosi.

Non può fare a meno dell’aiuto del diaframma nemmeno l’esofago. Potenti fasce muscolari coprono l’esofago come un denso anello, formando una valvola sfinterica diaframmatica che impedisce il ritorno del cibo dallo stomaco nell’esofago. Poco più in basso, nella giunzione tra l’esofago e lo stomaco, c’è un altro sfintere, quello cardiaco. Entrambe queste valvole hanno un funzionamento strettamente connesso.

Ma lo sfintere diaframmatico funziona solo come meccanismo di bloccaggio?

Vicino all’esofago, attraverso lo stesso forame nel diaframma, passano anche le ramificazioni del nervo vago, il quale svolge un ruolo importante nella regolazione dell’attività degli organi del tratto gastrointestinale. Probabilmente, quando il bolo alimentare passa attraverso lo sfintere diaframmatico e, come un pulsante di chiamata, preme sulle terminazioni sensibili del nervo, il segnale arriva allo stomaco come se chiedesse “Prendi una porzione di cibo?”. È possibile che l’informazione non si esaurisca soltanto con questo avviso, ma che contenga anche informazioni sulla quantità e sulla composizione del cibo in arrivo. Gli scienziati non lo sanno ancora. Ulteriori studi confermeranno queste ipotesi o le confuteranno, ma i dati già accumulati ci permettono di parlare della partecipazione attiva del diaframma all’attività degli organi del tratto gastrointestinale.

Parlando dell’influenza del diaframma sugli organi digestivi, non si può lasciar passare sotto silenzio il suo ruolo principale, il quale è ben studiato. Il diaframma è principalmente il più importante muscolo respiratorio. Funziona come uno stantuffo, che agisce aspirando l’aria nei polmoni e spingendola successivamente fuori.

I muscoli del diaframma si contraggono e si formano, e al posto della cupola si crea una superficie piatta. Allo stesso tempo, il volume della cavità toracica aumenta e, a seguito di tale aumento, diminuisce la pressione intrapolmonare. L’aria atmosferica scorre attraverso il tratto respiratorio verso l’aria di pressione inferiore nei polmoni. È in corso l’inspiro.

Milioni di microscopici alveoli si riempiono d’aria. Il loro stiramento inibisce riflessivamente il passaggio degli impulsi lungo i nervi che regolano la contrazione del diaframma. Quest’ultimo si rilassa e riacquista la forma di una cupola. Il volume della cavità toracica diminuisce e, a seguito di aumento della pressione intrapolmonare, l’aria si precipita verso esterno e avviene l’espiro.

La respirazione è un processo complesso. Oltre al diaframma, vi partecipano anche gli altri muscoli respiratori, ma il diaframma è basilare. Come risultato della sua attività, avviene la quasi totale ventilazione dei lobi polmonari inferiori e circa il 50% della ventilazione dei lobi superiori.

La pompa diaframmatica funziona in un sistema relativamente chiuso. Pertanto, durante l’inspiro, quando nella cavità toracica si abbassa la pressione, nella cavità addominale aumenta e viceversa. Così, in modo costante e ritmico, cambia la pressione nel torace e nell’addome.

La caduta di pressione ha un significato indipendente o i cambiamenti nella pressione intra-addominale sono i “costi” dell’atto respiratorio? Gli scienziati hanno effettuato degli esperimenti a riguardo. Fu presto scoperto che durante la respirazione, se il diaframma non è in attività, la pressione della cavità addominale rimane invariata. Ciò causa il ristagno nel sistema linfatico di tale cavità. Come sapete, i vasi linfatici sono come un sistema di drenaggio, con l’aiuto del quale viene rimosso il fluido tissutale in eccesso, prevenendo così l’edema tissutale.

Le osservazioni hanno dimostrato che una violazione della funzione motoria del diaframma ha effetto negativo sul flusso linfatico: il movimento della linfa dai vasi periferici al dotto linfatico toracico risulta ostacolato. La linfa, di conseguenza, ristagna e ciò contribuisce all’interruzione dei processi metabolici nel corpo.

Come si è scoperto, è il diaframma il responsabile della regolazione del flusso linfatico proveniente dagli organi addominali e se ricordiamo che dall’intestino sgorga la linfa ricca di sostanze nutritive e soprattutto di grasso, sorge spontanea la domanda: c’è un’eccessiva deposizione di grasso intorno agli organi addominali (e quindi un aumento delle dimensioni dell’addome anche nelle persone normopeso) con una violazione dell’escursione del diaframma (cioè con una limitazione della sua mobilità)? Molto probabilmente.

Gli studi che vengono condotti a questo proposito sono molto più rilevanti perché nella letteratura scientifica ci sono sempre più informazioni sull’importanza che i disturbi della formazione linfatica e del flusso linfatico giocano nello sviluppo delle lesioni ateroclerotiche dei vasi sanguigni, comprese le coronarie. Se gli scienziati giungono a questa conclusione, i professionisti nel prossimo futuro riceveranno un nuovo metodo efficace per la prevenzione dell’aterosclerosi e per la lotta contro questa comune malattia.

Tuttavia, l’effetto del diaframma sugli organi della cavità addominale non si limita al suo intervento sul flusso linfatico. Agisce anche come instancabile massaggiatrice degli organi interni.   

Come con un palmo largo, il diaframma copre il fegato, premendo delicatamente al momento della contrazione. Il fegato ha bisogno di un massaggio così leggero: stimola la secrezione della bile, migliora la circolazione sanguigna e quindi aumenta la funzionalità dell’organo, che in senso figurativo è chiamato “il principale laboratorio chimico del corpo”.

Inoltre, attraverso il fegato, la pressione del diaframma viene trasmessa alla cistifellea e la bile viene, per così dire, espulsa nei dotti. E quando la bile non ristagna, diminuisce la possibilità di formazione di calcoli. Ecco perché i medici raccomandano vivamente esercizi di respirazione per coloro che soffrono di colecistite, così come a coloro che hanno subito un’operazione per rimuovere la cistifellea.

Il diaframma stimola in continuazione l’intestino e aumenta la sua peristalsi.

Esso svolge tutti i suoi compiti ritmicamente. La sua cupola scioglie e spinge fuori l’aria dai polmoni. In questo momento la pressione intra-addominale diminuisce, gli organi si rilassano e ciascuno di essi si impegna nei propri affari: il fegato produce la bile, sintetizza alcune sostanze e ne neutralizza altre; il pancreas produce insulina, glucagone ed enzimi digestivi; l’intestino digerisce le masse alimentari e assorbe i nutrienti, ecc.

Dopodiché, la cupola scende e l’aria riempie i polmoni. Il diaframma comprime il fegato e la cistifellea, aumenta il deflusso della linfa e del sangue venoso dagli organi addominali verso il cuore, e la peristalsi dell’intestino si intensifica… Un nuovo respiro e tutto si ripete dall’inizio. Il diaframma stabilisce il ritmo dell’attività di ciascun organo e non si può non ammirare l’organizzazione eccellente del suo lavoro.

Quando si parla degli organi, lavoratori instancabili, prima di tutti viene nominato il cuore e quasi nessuno si ricorda il diaframma; ma esso, come il cuore, si contrae e si rilassa sopportando il peso di numerosi e responsabili carichi funzionali.

DIAFRAMMA NELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Etimologicamente, la parola “diaframma” significa “separazione”, ma come sappiamo, spesso si riferisce al nostro muscolo più importante, il quale ci permette di respirare. Nella medicina cinese, il diaframma separa addome e torace e allo stesso tempo li riunisce. Divide il piano affettivo ed emozionale da quello istintivo e animale. Il diaframma è legato al Fegato, che lo attraversa due volte.

Il Fegato, nella medicina cinese, ha il grande compito di armonizzare tutte le emozioni. Esse devono fluire. Se invece, per qualsiasi motivo, ristagnano, si bloccano e di conseguenza frenano anche il diaframma. Il blocco diaframmatico a catena crea quei sintomi di pienezza toracica che si percepiscono come ansia e oppressione. Uno dei sintomi può essere riconosciuto anche nella sensazione di blocco alla gola, come un nocciolo di prugna. Infatti, questa sensazione nella MTC viene riferita tipicamente al Fegato.

NOCCIOLO DI PRUGNA ALLA GOLA:

È la sensazione di aver qualcosa che blocca ed ostruisce a livello del petto e della gola. Facendo un esame endoscopico non si rivela nulla di strutturale e la condizione viene etichettata in medicina occidentale come “bolo isterico”.

Nella medicina cinese è una costrizione diaframmatica che non permette allo stomaco di svolgere le sue funzioni.

Il test più semplice per capire lo stato del diaframma è quello di sdraiarsi e sentire con le mani la posizione del torace rispetto all’addome. Se la pancia è tesa e il suo livello è più basso del torace, significa che il diaframma non svolge le sue azioni ed è bloccato.

Da cosa dipende il movimento del diaframma

Il movimento del diaframma dipende dalla salute e dalla mobilità della colonna, del bacino e dei relativi muscoli, i quali a loro volta, risentono non soltanto della postura, ma anche delle emozioni.

Uno dei condizionamenti più rilevanti sul movimento del diaframma è quello provocato dalla tensione che molti di noi scaricano sui muscoli addominali e sugli organi interni. La maggior parte di queste tensioni sono il risultato di uno stress cronico, di emozioni represse e di un’eccessiva negatività, ma possono essere indotte anche dalla vista di ventri tonici e piatti esibiti sulle riviste di moda e nelle palestre.

Effetti negativi del blocco diaframmatico.

  • Riduce l’efficienza dei polmoni e di conseguenza la quantità di ossigeno disponibile per le cellule.
  • Rallenta il flusso sanguigno venoso, il quale trasporta le sostanze di scarto di origine metabolica.
  • Rallenta il funzionamento del sistema linfatico.
  • Riduce la quantità dei succhi gastrici e della pepsina, un enzima utile al processo digestivo.
  • Rallenta l’attività della peristalsi nell’intestino tenue e nell’intestino crasso, e questo provoca un accumulo e la diffusione delle tossine nell’apparato digerente.

Come rilassare il diaframma da soli:

  • Con l’automassaggio della zona intercostale e sotto le costole, dall’interno verso l’esterno con le coppette, con il guasha oppure con le mani. Massaggiare questa zona aiuta anche a ripristinare la respirazione.
  • Con gli esercizi di respirazione naturale. Si consiglia di praticare la respirazione tutti i giorni, meglio la sera, prima di andare a letto, quando le preoccupazioni si sono un po’ calmate e il corpo è pronto a caricarsi per dormire. Mettetevi sdraiati con le mani posizionate sotto l’ombelico. Provate a respirare normalmente. Dopo qualche minuto cercate di respirare in modo che il respiro arrivi in basso fino alla pancia e le mani si muoveranno. Non vi dovete sforzare né sentire fatica, ma concentrare la vostra mente sull’atto respiratorio. Possono presentarsi degli sbadigli e, alle volte, anche giramenti di testa. La respirazione deve essere una cosa piacevole, un qualcosa che avrete voglia di ripetere la sera successiva.
  • Con la moxibustione sul punto 17 VC, che si trova al centro del petto. Per trovare il punto consiglio sempre di consultare questo link : https://acumeridianpoints.com/cv-17-shanzhong-ren-mai-meridian-acupuncture-point/

Quali pratiche aiutano a ripristino delle funzionalità diaframmatiche:

  1.  Yoga. Una delle pratiche migliori che esistono, soprattutto perché aiutano a prendere consapevoleza del respiro e del proprio corpo.
  2. Qigong.
  3. Gyrotonic.
  4. Pilates
  5. Tuina. Attraverso i punti di agopuntura, le manovre e le tecniche complementari come coppettazione, guasha e Moxibustione, riesce a creare un rilassamento profondo e duraturo.
  6. Massaggio miofasciale.

    DIAFRAMMA E L’INVECCHIAMENTO PRECOCE

Il diaframma aiuta non soltanto a mantenere il nostro corpo in salute, ma anche a preservare la nostra bellezza e prevenire l’invecchiamento. La carenza respiratoria rende la pelle pallida, la tensione muscolare dovuta alla stasi emotiva crea le rughe, la mancanza di movimento intestinale provoca  intossicazione della cute e il deficit polmonare influisce sulla stasi di liquidi. A lungo andare, il blocco diaframmatico diventa anche fattore di invecchiamento precoce e precursore della depressione, la quale non potrà essere gestita con gli psicofarmaci, ma avrà bisogno di un lavoro completo sul corpo e sulla psiche. L’elasticità diaframmatica rappresenta anche la capacità della persona ad accettare la vita così com’è.

Ecco perché è indispensabile prendersi cura del muscolo più importante del nostro corpo.

Consigli di lettura: Dennis Lewis “Respirazione naturale.”